La
madre del nuoto sincronizzato italiano è indubbiamente Romilde “Rumy”
Cucchetti. Senza di lei il movimento del sincro si sarebbe sviluppato quanto
meno con qualche lustro di ritardo.
Tutto inizia negli anni settanta, precisamente nel 1972, quando Romilde - all’epoca insegnante di nuoto alla piscina Lanciani di Roma - decise di far provare ai bambini e alle bambine che allenava il dorso alternato, ritmando i movimenti: ciò, oltre a tenere alta la concentrazione dei suoi allievi, produsse un effetto simpatico e talmente coinvolgente da trasformare l’esperimento in un divertente intrattenimento per gli spettatori durante gli intervalli delle gare.
"La verità è anche un'altra. A me – sottolinea 'Rumy' – sono sempre piaciute le premiazioni lunghe e soprattutto non sopportavo che si fermassero ai primi tre: quindi quegli intermezzi servivano anche per donare una medaglia a tutti i bambini della scuola nuoto".
Questi “intervalli” divennero immancabili e Cucchetti decise di renderli sempre più difficili: facendo nuotare, per esempio, i suoi giovani atleti con ritmi diversi, poi in formazioni differenti, poi con un fiore tenuto fuori dall’acqua e regalato ai genitori dopo aver concluso l’esercizio.
Rumy ce l’aveva fatta; la grande fan di Ester Williams, che poi conobbe nel 1981 a Catania durante un campionato italiano, aveva dato vita al nuoto sincronizzato in Italia.
Gli anni successivi non furono semplici. Tutto gravava sulle spalle di Romilde, che continuava ad insegnare nuoto alla società De Gregorio e a promuovere nuove idee per le coreografie alla piscina di "Roma 70”. "Non avevamo nulla: gli accappatoi li cucì mia madre - ricorda - e la prima musica la mandavamo in diffusione con un semplice mangianastri che ancora conservo".
Tutto inizia negli anni settanta, precisamente nel 1972, quando Romilde - all’epoca insegnante di nuoto alla piscina Lanciani di Roma - decise di far provare ai bambini e alle bambine che allenava il dorso alternato, ritmando i movimenti: ciò, oltre a tenere alta la concentrazione dei suoi allievi, produsse un effetto simpatico e talmente coinvolgente da trasformare l’esperimento in un divertente intrattenimento per gli spettatori durante gli intervalli delle gare.
"La verità è anche un'altra. A me – sottolinea 'Rumy' – sono sempre piaciute le premiazioni lunghe e soprattutto non sopportavo che si fermassero ai primi tre: quindi quegli intermezzi servivano anche per donare una medaglia a tutti i bambini della scuola nuoto".
Questi “intervalli” divennero immancabili e Cucchetti decise di renderli sempre più difficili: facendo nuotare, per esempio, i suoi giovani atleti con ritmi diversi, poi in formazioni differenti, poi con un fiore tenuto fuori dall’acqua e regalato ai genitori dopo aver concluso l’esercizio.
Rumy ce l’aveva fatta; la grande fan di Ester Williams, che poi conobbe nel 1981 a Catania durante un campionato italiano, aveva dato vita al nuoto sincronizzato in Italia.
Gli anni successivi non furono semplici. Tutto gravava sulle spalle di Romilde, che continuava ad insegnare nuoto alla società De Gregorio e a promuovere nuove idee per le coreografie alla piscina di "Roma 70”. "Non avevamo nulla: gli accappatoi li cucì mia madre - ricorda - e la prima musica la mandavamo in diffusione con un semplice mangianastri che ancora conservo".
Ancora
era lontano il riconoscimento federale al movimento neonato, che avvenne nel
1976. Un anno prima venne presentata al pubblico la prima squadra di nuoto
sincronizzato: le "telline" della Cucchetti, così furono chiamate, di
cui facevano parte sette bambine e un bambino; il "tellino" si chiama
Riccardo Vincioni. Tra questi otto piccoli atleti vi era anche Patrizia
Concordia: più volte campionessa italiana nel singolo, nel doppio e a squadre.
"Iniziò un lungo girovagare per l'Italia - ricorda Rumy - Ci esibivamo
ovunque ci chiamassero per mantenere ed alimentare il piccolo movimento. Da
Cortina alla Liguria, dall'Emilia Romagna alla Sicilia".
Il
tutto in attesa del placet della Federnuoto. "L'interlocutore più
lungimirante dell'epoca - continua la Cucchetti - fu Cosimo Impronta,
presidente del Comitato regionale laziale". Intorno alle piscine, in
particolare a Roma, atlete e insegnanti di nuoto cominciarono a tuffarsi in
acqua per studiare il sincro ed insegnarlo. Tra loro anche Cristina Ferrucci
che diventerà la prima campionessa italiana della storia nel 1977, precedendo
Stefania Tudini – oggi presidente della commissione tecnica della Federation
Internationale de Natation - Bruna Rossi – successivamente campionessa di tuffi
ed oggi psicologa sportiva nello staff del Settebello, tra l’altro campione del
mondo nel 2011 e vice campione olimpico nel 2012 - e Annalisa Leo. Tutte si
ritrovavano intorno a Rumy che le rese coinvolte nel movimento come atlete,
organizzatrici e addette stampa.
Il
cuore del sincronizzato rimase la piscina della società "Roma 70" dove
si allenavano anche le atlete della De Gregorio. "Era un gruppo formato da
dieci ragazze, molto amiche ma tra le quali vi era una giusta dose di
competizione", racconta, con la consueta verve, Cucchetti che faceva
effettuare alle sue ragazze due sedute d'allenamento: una la mattina prima di
scuola e l'altra il pomeriggio dopo pranzo. Spesso era lei stessa che andava a
prendere a casa le sincronette per portarle in piscina: "Riuscivo a
impilarne persino una decina in automobile, una sull’altra", ricorda sorridendo.
(la prima nazionale di nuoto sincronizzato. In piedi da sinistra Cristina Ferrucci, Simonetta Solustri, Clarissa Lana, Martina Mikovich, Maria Teresa Troisi, Silvia Bortolotti, Ilaria Buonfantino; in ginocchio Bruna Rossi, Barbara Tiberi, Cristina Conti, Claudia Crimini, Giovanna Simonelli e Stefania Montagna).
Nel
1976 la Federazione Italiana Nuoto riconobbe il movimento e Romilde divenne la
prima allenatrice federale mentre a Marisa Fabbri venne affidata la
responsabilità organizzativa interna e la gestione amministrativa
dell'attività.
La logica conseguenza fu il primo campionato italiano che si disputò a Roma nel 1977: nel singolo vinse Cristina Ferrucci, nel doppio Bruna Rossi e Renata Cornelli, la De Gregorio conquistò il titolo a squadre.
La logica conseguenza fu il primo campionato italiano che si disputò a Roma nel 1977: nel singolo vinse Cristina Ferrucci, nel doppio Bruna Rossi e Renata Cornelli, la De Gregorio conquistò il titolo a squadre.
Sempre
quell'anno, il 20 e 21 maggio a Bolzano, debuttò anche la nazionale italiana in
occasione dell'incontro con l'Austria: vinsero quest'ultime ma per le ragazze
di Rumy il debutto internazionale fu un incredibile stimolo che le portò a
scalare, seppur a piccoli passi, le gerarchie continentali e mondiali.
Il
nuoto sincronizzato italiano stavo crescendo esponenzialmente. L’obiettivo
successivo era la partecipazione dell'Italia ai Campionati del mondo di Berlino
del 1978: mai convocazione fu più sofferta. "Ricordo che la notizia giunse
mentre mi trovavo con le ragazze a Ostuni per un'esibizione: non ci speravamo
più - racconta l'ex commissario tecnico - Quel giorno a mezzanotte scadevano i
tempi per l'iscrizione. Proprio al termine di quell'esibizione arrivò il
fatidico telegramma dalla Fin. Presi un microfono in mano e annunciai alle mie
ragazze che bisognava partire per Berlino: fu la ricompensa a tanti
sacrifici".
I risultati ovviamente non furono brillanti ma nel nuoto sincronizzato solo confrontandosi con le avversarie in gara si riesce a migliorare e ad affinare il gesto tecnico. In pochi anni l'Italia del sincro, nel frattempo ringiovanita, riuscì a migliorare la propria posizione tanto che ai campionati europei di Spalato del 1981 Susanna De Angelis chiuse il singolo all'ottavo posto; il doppio, composto da Mara Pastore e Lorena Zenobi, fu settimo e la squadra quinta. Alle spalle di queste ragazze stava sbocciando il talento di Antonella Terenzi che Cucchetti definisce "la più forte azzurra di sempre".
L'anno dopo Romilde guidò la rappresentativa che partecipò ai campionati mondiali di Guayaquil con l’undicesimo posto nel concorso a squadre.
Fu l'ultimo atto da commissario tecnico dell'Italia del sincro di Romilde Cucchetti che dal 1983 venne promossa a coordinatrice tecnica delle squadre nazionali. Il suo posto venne preso dall'ex atleta canadese Jennifer Teackle che condusse ai Giochi Olimpici di Los Angeles la nazionale di sincronizzato, all'epoca rappresentata solo nella prova individuale da Antonella Terenzi. "Ero stata allertata io - dice Romilde - ma la Fin decise in altro modo". Successivamente nel 1984 la statunitense Margaret "Margo" Erickson assunse il ruolo di cittì del nuoto sincronizzato.
Cucchetti ricoprì l'incarico di coordinatrice fino al 1986, non perdendo mai il ruolo ambasciatrice del nuoto sincronizzato italiano, aiutando a fondare centosettanta società e molteplici squadre master, dimostrando per l'ennesima volta di precorrere i tempi.
Nel 2004 fece esibire per la prima volta in Itala, nella piscina di Mentanta, il duo misto formato da Raffaella Casadei e Antonio Pierini.
Forse per raccontare la forza, la tempra di questa donna, che ha dedicato tutta la vita al nuoto sincronizzato, bisognerebbe affidarsi alle parole di Susanna De Angelis, che è stata atleta di Cucchetti dal 1976 al 1983, vincendo con lei quasi tutti i suoi scudetti: "Rumy è la donna più forte, tenace e volitiva che abbia mai incontrato. E ha sempre messo le sue atlete davanti a tutto. E' stato un tecnico severo, che pretendeva da noi un impegno totale e un comportamento nella vita di tutti i giorni irreprensibile perché voleva dare subito al sincro un'immagine di sport serio e non di balletto acquatico. Romilde ci ha insegnato che il lavoro paga, che niente è più soddisfacente di un risultato ottenuto con fatica e sacrificio e che poche cose nella vita ci avrebbe dato le scariche di adrenalina di una gara di nuoto sincronizzato".
Da allora l’Italia ha compiuto passi da gigante grazie alla programmazione ed al lavoro dei commissari tecnici della squadra nazionale che si sono succeduti: Cathy O'Brien, Stefania Tudini, Laura De Renzis e Patrizia Giallombardo.
Il nuoto sincronizzato italiano figura tra i movimenti di riferimento a livello europeo con 23 medaglie conquistate alle rassegne continentali. Nel 2009 Beatrice Adelizzi ha conquistato anche il primo podio iridato con la medaglia di bronzo nella routine libera del solo. La prima storica medaglia era arrivata ai Campionati europei di Atene del 1991, quando le azzurre si classificarono terze nella competizione a squadre. L'atleta italiana più medagliata di sempre è Giovanna Burlando che è salita sul podio europeo nove volte.
I risultati ovviamente non furono brillanti ma nel nuoto sincronizzato solo confrontandosi con le avversarie in gara si riesce a migliorare e ad affinare il gesto tecnico. In pochi anni l'Italia del sincro, nel frattempo ringiovanita, riuscì a migliorare la propria posizione tanto che ai campionati europei di Spalato del 1981 Susanna De Angelis chiuse il singolo all'ottavo posto; il doppio, composto da Mara Pastore e Lorena Zenobi, fu settimo e la squadra quinta. Alle spalle di queste ragazze stava sbocciando il talento di Antonella Terenzi che Cucchetti definisce "la più forte azzurra di sempre".
L'anno dopo Romilde guidò la rappresentativa che partecipò ai campionati mondiali di Guayaquil con l’undicesimo posto nel concorso a squadre.
Fu l'ultimo atto da commissario tecnico dell'Italia del sincro di Romilde Cucchetti che dal 1983 venne promossa a coordinatrice tecnica delle squadre nazionali. Il suo posto venne preso dall'ex atleta canadese Jennifer Teackle che condusse ai Giochi Olimpici di Los Angeles la nazionale di sincronizzato, all'epoca rappresentata solo nella prova individuale da Antonella Terenzi. "Ero stata allertata io - dice Romilde - ma la Fin decise in altro modo". Successivamente nel 1984 la statunitense Margaret "Margo" Erickson assunse il ruolo di cittì del nuoto sincronizzato.
Cucchetti ricoprì l'incarico di coordinatrice fino al 1986, non perdendo mai il ruolo ambasciatrice del nuoto sincronizzato italiano, aiutando a fondare centosettanta società e molteplici squadre master, dimostrando per l'ennesima volta di precorrere i tempi.
Nel 2004 fece esibire per la prima volta in Itala, nella piscina di Mentanta, il duo misto formato da Raffaella Casadei e Antonio Pierini.
Forse per raccontare la forza, la tempra di questa donna, che ha dedicato tutta la vita al nuoto sincronizzato, bisognerebbe affidarsi alle parole di Susanna De Angelis, che è stata atleta di Cucchetti dal 1976 al 1983, vincendo con lei quasi tutti i suoi scudetti: "Rumy è la donna più forte, tenace e volitiva che abbia mai incontrato. E ha sempre messo le sue atlete davanti a tutto. E' stato un tecnico severo, che pretendeva da noi un impegno totale e un comportamento nella vita di tutti i giorni irreprensibile perché voleva dare subito al sincro un'immagine di sport serio e non di balletto acquatico. Romilde ci ha insegnato che il lavoro paga, che niente è più soddisfacente di un risultato ottenuto con fatica e sacrificio e che poche cose nella vita ci avrebbe dato le scariche di adrenalina di una gara di nuoto sincronizzato".
Da allora l’Italia ha compiuto passi da gigante grazie alla programmazione ed al lavoro dei commissari tecnici della squadra nazionale che si sono succeduti: Cathy O'Brien, Stefania Tudini, Laura De Renzis e Patrizia Giallombardo.
Il nuoto sincronizzato italiano figura tra i movimenti di riferimento a livello europeo con 23 medaglie conquistate alle rassegne continentali. Nel 2009 Beatrice Adelizzi ha conquistato anche il primo podio iridato con la medaglia di bronzo nella routine libera del solo. La prima storica medaglia era arrivata ai Campionati europei di Atene del 1991, quando le azzurre si classificarono terze nella competizione a squadre. L'atleta italiana più medagliata di sempre è Giovanna Burlando che è salita sul podio europeo nove volte.
No comments:
Post a Comment