Tuesday, May 13, 2014

Linda Cerruti / Profilo e Intervista - La “reginetta del sincro”, talento puro e impegno totale





SINCRONIZZATO
Sebbene la Liguria sia famosa, sportivamente parlando, per essere il “santuario” della pallanuoto, venti anni fa (7 ottobre 1993), a Savona, è nata Linda Cerruti(foto di Giorgio Scala/Deepbluemedia/Inside) ,l’attuale reginetta del nuoto sincronizzato italiano che, nello scorso fine settimana, a Bonn, nella terza giornata del 25° “German Open”, ha aggiunto un’altra medaglia, d’argento, nel solo, al proprio già nutrito palmarès.

Il Profilo
Linda ha iniziato a praticare il nuoto sincronizzato nel 2000 all'età di sei anni. Cinque anni dopo, a undici anni, nel 2004, ha vinto i primi titoli ai Campionati Italiani Esordienti. Negli anni successivi ha spopolati ai Campionati Italiani di Categoria.
Alta e slanciata (172 cm per 56 chili), bella e fisicamente forte, Linda Cerruti, era predestinata ad emergere in una disciplina complessa, difficile e affascinante come il nuoto sincronizzato, dove il suo talento, la sua attitudine per la musica e le sue capacità interpretative avrebbero potuto brillare.
Nel 2009 Linda Cerruti ha debuttato ai Campionati Europei Giovanili ottenendo il quinto posto tutte e quattro le specialità: singolo, duo, squadre e combinato a squadre.
Nel 2010, la Cerruti, dopo aver vinto due bronzi agli Europei giovanili, nel singolo e nel combinato a squadre (come riserva), ha partecipato agli Europei assoluti di Budapest, conseguendo un ottimo sesto posto nel singolo. Nello stesso anno ha partecipò anche ai Mondiali giovanili FINA, a Indianapolis.
Nel 2011 Linda ha gareggiato per l'ultima volta agli Europei giovanili vincendo due medaglie: argento nel singolo, bronzo nel combinato a squadre. Poi, ha debuttato ai Campionati Mondiali FINA di Shanghai, nel 2011, con il settimo posto nel singolo (nonostante febbre).
Agli europei del 2012 ha vinto la medaglia di bronzo nel combinato a squadre ed è stata quinta nel singolo. Nel 2013 ha partecipato alle Universiadi di Kazan vincendo il bronzo sia nel singolo sia nel duo.
A livello di club gareggia per la Rari Nantes Savona e per la Marina Militare ed è allenata da Benedetta Parisel e Anastasia Ermakova. In Nazionale è seguita da Yumiko Tomomatsu.

L’ Intervista


Il nuoto sincronizzato è stato il tuo primo e unico amore, sportivamente parlando…
“Ho imparato a nuotare a tre anni , poi la società dove nuotavo ha aperto il settore nuoto sincronizzato e valutate le mie attitudini la mia allenatrice di nuoto mi ha chiesto se avevo voglia di provare con il nuoto sincronizzato. Da quel momento - avevo sei anni - io e il sincro non ci siamo più lasciati”.

Come ci sei arrivata? I tuoi genitori sono sportivi? La tua famiglia ti ha incoraggiato?
“Mia madre insegna Educazione Fisica al liceo e ha fatto crescere me e mio fratello con la cultura dello sport. Inoltre, da giovane, ha fatto danza e ha praticato a livello nazionale ginnastica ritmica, mancando una manifestazione internazionale per un incidente d’auto che ne ha frenato la carriera. Mio padre, invece, scendeva i fiumi in canoa e amava anche nuotare e andare in mountain bike, hobby che praticava soprattutto in estate. Mio fratello gioca a calcio da quando è piccolo , anche se ora gioca in una squadra di dilettanti ed il suo impegno primario è l’Università. La mia famiglia è stata fondamentale per la mia crescita sportiva oltre che umana, aiutandomi quotidianamente a programmare la vita scolastica e sportiva e facendo sacrifici per seguirmi e starmi il più vicino possibile. Devo dire con riconoscenza che non mi hanno mai fatto mancare niente e mi sono sempre stati vicini. Mi hanno sempre seguita anche nelle varie trasferte in giro per il mondo”.

Mai pensato di fare nuoto agonistico o, essendo ligure, di giocare a pallanuoto?
“No, non ho mai pensato di fare pallanuoto, nuoto agonistico o un altro sport perché mi è sempre piaciuto il nuoto sincronizzato e mi sono sempre prefissata obiettivi a medio-lungo termine che mi hanno fatto vivere e mi fanno tutt’ora vivere quest’avventura di sport oltre che di vita molto intensamente”.

A proposito di amore, nel tuo profilo su Facebook le immagini da sincronuotatrice si alternano a quelle di baci e abbracci con quello che, presumibilmente è il tuo fidanzato…
“Sì, è più di un anno che sono fidanzata. Lui si chiama Tiziano Glaudaed ed è sportivo di professione come me. Ha giocato a calcio nel Genoa in Serie B, nel Cuneo in Serie C e D, e in altre squadre professioniste e semiprofessioniste. Milita tuttora nel Vado, squadra iscritta al campionato di serie D. Ha il ruolo di difensore centrale”.

Ti chiamano la “reginetta del nuoto sincronizzato italiano”, un titolo ufficioso ma certamente prestigioso. Per arrivarci ci hai messo 13 anni e tanta fatica. Quanta?
“Sono contenta dell’eponimo che mi hanno affidato, conscia del fatto che è figlio di giorni, mesi ed anni di allenamento intenso. Questo è uno sport dove sicuramente le attitudini e le qualità sono importanti, però perdono di peso se non sono supportate da un continuo e costante allenamento; l’acquaticità è una peculiarità fondamentale, difficile da mantenere ma facile da perdere. Ora come ora mi alleno sei giorni a settimana, per un totale di 45 ore circa. Generalmente, gli allenamenti si dividono fra palestra, stretching, nuoto, cura e perfezionamento degli esercizi, cura delle parti tecniche e resistenza agli esercizi”.

Soddisfatta dei risultati raggiunti finora? Ancora affamata di successi? Quali sono i tuoi obbiettivi per i prossimi Campionati Europei di Berlino? Al podio mondiale (Kazan 2015) ci pensi? Da sola o in doppio?
“Sono soddisfatta dei risultati raggiunti finora e ancora affamata di successo, non mi voglio fermare qui, credo si possa sempre migliorare se ci si mette impegno e passione, la perfezione è veramente difficile da raggiungere, arrivati a certi livelli sono i dettagli a fare la differenza. Per scaramanzia e per natura non amo fare pronostici riguardo ai piazzamenti, preferisco pormi obiettivi riguardanti la mia prestazione individuale e prepararla al meglio, quasi spasmodicamente, senza farmi distrarre da fissazioni riguardo alla classifica”.

Patrizia Giallombardo è stata la tua prima allenatrice ed ora te la ritrovi responsabile della Nazionale: Che rapporto hai con lei? E con Benedetta Parisella, anche lei già tua allenatrice?
“Patrizia mi segue fin da quando ero piccola; ha sempre creduto in me spronandomi, già in tenera età, a impegnarmi al massimo, responsabilizzandomi e rendendomi consapevole del fatto che avevo potenzialità importanti, che dovevano essere sostenute da tanto lavoro e sacrificio. Benedetta Parisella è poco più grande di me; anche con lei c'è un ottimo rapporto in quanto già molti anni fa, quando lei faceva ancora sincro in prima persona, aveva già l’occhio da allenatrice e seguiva la mia squadra ai campionati italiani. Anastasia Ermakova è in Italia da pochi anni, però si è già ambientata; abbiamo un ottimo rapporto e cerco di capire dalle sue correzioni tutti i particolari, e i segreti, che le hanno permesso di vincere più volte Olimpiadi e Mondiali”.

Come mai a Savona si è sviluppata una forte squadra di sincro? Di chi il merito?
“Quando io ho cominciato a fare nuoto sincronizzato a Savona c’era già una delle squadre più forti d’Italia; ogni anno ai campionati italiani si giocava lo scudetto. Sicuramente, il merito della crescita del settore sincro della Rari Nantes Savona è da attribuirsi in larga parte alle capacità, all’impegno e alla costanza della dirigente Matilde Berruti, che ha sempre cercato di assumere allenatrici di primordine per permetterci di avere una formazione adeguata e una crescita costante nel tempo”.

Sembra che nel nuoto sincronizzato le gerarchie siano consolidate, anche nella mente dei giudici, che sembra quasi impossibile potersi inserire nel novero delle nazioni da podio. I punteggi che ricevi dalle giurie ti sembrano congrui oppure ogni tanto ti arrabbi?
“Una peculiarità che distingue il nuoto sincronizzato, e gli sport a punteggio, dagli altri è il fatto che la prestazione del singolo atleta ruota inevitabilmente, e in maniera totale, attorno al giudizio dei giudici, che quindi hanno la responsabilità di decidere le sorti della competizione. E normale che ci siano gerarchie già consolidate e pare impossibile inserirsi nelle nazioni da podio. Il cambiamento lo vedo più lento e costante nel tempo; lavorando bene, anno dopo anno, credo ci siano maggiori margini di miglioramento anche in termini di punteggio. Qualche volta il punteggio ricevuto non mi ha soddisfatto, vuoi perché sentivo di aver dato di più vuoi perché avrei dato un punteggio inferiore alle mie dirette concorrenti”.






Fonte Il mondo del nuoto
Martedì 18 Marzo 2014
Permalink

di Camillo Cametti

No comments: